Descrizione
Una copertina rosso sangue, un portello di salvezza, un titolo di speranza, seppur immerso nel profondo della paura, dello sbigottimento umano, a volte del dubbio – legittimo direi – oppure dell’appartenenza rigorista alla linea mondiale. Un libro di poesie della nostra epoca, dove i poeti legati alla corrente dell’inedito letterario – gruppo letterario in un continuo ricercare e ricercarsi poeticamente, letterariamente, umanamente; riunito intorno al gruppo Fb omonimo, che in questa ennesima antologia di letteratura spontanea, oggi si ripropone a distanza di sei mesi dall’ultima fatica de “Il gioco delle lettere”.
In questo “Il dolore passerà…”, per la prima volta, in calce vi sono anche tre haijin, forse un prequel rivolto a future pubblicazioni: non si può sapere. Il laboratorio de l’inedito non è mai domo.
Ancora una volta un libro importante per spessore cartaceo. L’ultima volta erano stati due volumi ma è stata una esperienza importante che crediamo resterà unica, questa volta un libro piuttosto corposo, 280 pagine a raccogliere anche poesia orientale, ed una presenza master di un autore che ha dedicato, di suo, tanto, per amor della poesia, ed al quale l’inedito ha concesso volentieri lo spazio desiderato.
Infine la forma poetica. Oggi la poesia odierna è un passaggio disordinato di sentimenti, disordinati essi stessi e disordinato i modi e i tempi, di passaggio. Una poesia narrativa per lo più, dove il profondo emerge quasi d’istinto, e dove nel proliferare si individuano autori nuovi, autori bravi, promettenti ed anche amatori impenitenti. L’inedito è anche questo e ne siamo fieri. Sempre l’abbiamo detto che chiunque, sicuramente, ha una storia da raccontare, e a volte sono ammalianti, legittime e comunque, inopinabilmente umane. La letteratura spontanea, di cui l’inedito ne è sicuramente capostipite nel patrimonio editoriale odierno se non altro per l’idea, per l’impegno e per il fiume di autori che fa emergere mensilmente da almeno cinque anni è oggi l’equivalente della letteratura orale dei nostri avi. Viva l’inedito. Buona lettura a tutti.
Fabio Martini
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