Descrizione
“La Bandella” di Fabio Martini
Premetto che conosco personalmente il poeta Lupoletti (anzi l’artista Lupoletti, poiché di un artista pluri impegnato si sta parlando) un amico, anzi amico di un mio amico (più di amico per il mio amico) e come vogliono le transitività della vita, diventa amico quasi di sponda, autentico e onesto e specialmente, riconoscibile a distanza, ma questa volta sotto le spoglie di poeta. Indubbiamente un poeta in linea col pittore, il miniaturista, l’artist pop, il pensatore libero, il riflessivo; di cui se ne intravvede la cura, la ricerca del temine, il neologismo in una poesia che unisce il narrativo all’ermetismo immediato da prendi e fuggi e ne “Il viaggio della moda” è evidente: “JO NO FUI nello spazio di Venere/tra Alpha Centauri e CHIARA D’ESTE/attraversando Piazza delle Arti arrivava/da HUSKY MODA e incontrava/PHILIPP PLEIN che dagli anni quaranta/s’avanzava con MARIA GRAZIA SEVERI.
Una poesia piena di forme contemporanee nelle citazioni, nelle ermetiche fugaci, nei modi scorrevoli, nell’anticonvenzionale delle maiuscole come per sottolineare, una poesia in piena armonia dove la parola successiva segue a ruota la precedente quasi come un passaggio di testimone. Testimone lui stesso di una vita intrecciata a quel suo stesso verso che lui stesso coccola con passione personale come si fa con la tela, con il velo su velo, con il cuore e con la mente; e pure lo dice: I tuoi occhi ad ombrello/sul tuo viso carbonaro e inula/ispirazione TAO più sali del Mar Morto/guardano tra le luci dell’occidente/mentre sulle ombre dell’oriente/sei a caccia dello smalto/e cosmetico allo zenzero.
Un poeta beat borderline fuori periodo massimo quasi che ci ricorda, leggendolo, la poesia americana anni ‘70 e va via di scatto per tornare indietro e poi sparire nuovamente, nella stesura a brandelli di un futurismo ante litteram disarticolato ai tempi nostri ma che non molla la presa e distribuisce versi senza stare lì a pontificare; un po’ come dire: Scrivo quello che mi pare e se non vi piace smettete pure di leggermi. Bella quindi questa silloge e piaciuta tutta. Letta d’un fiato senza interruzioni. di quelle cose lette che alla fine, un istante di riflessione e quindi la si mette in libreria tra i libri che ogni tanto vanno ripescati parlando con un amico, giusto per far vedere di che pasta ancora sono fatti certi poeti, che verseggiando è come se dessero un tocco di realismo ai versi stessi, per far pensare alle cose della vita quotidiana che spesso attanagliano le menti più fervide. Un libro da leggere quindi. Un libro d’arte poetica come certi quadri del nostro, dei quali ho avuto la fortuna di veder mettere l’ultima pennellata e poi, via… verso un altro dipinto già lì bello pronto, con tutta la sua bella tela, tutta intelaiata e bianca.
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