Descrizione
La basilica di S. Maurizio si erge imponente e mite all’interno delle grandi mura, non abbastanza alte da impedire alle acque del Rodano di donare riflessi di luce sulle ampie vetrate e i tre grandi portali. Come adagiata a protezione della piazza, pare un leone vigile che sorveglia le case sottostanti e la città, con le sue mezze torri, zampe piegate pronte a sollevarsi in sua difesa, e i sessanta capitelli, vibranti angeli d’arte a sostenerla. Nel punto più vicino, il fiume curva in una ampia ansa, per poi ridistendersi in direzione della costa, quasi a dare un’ulteriore sicurezza e respiro alla vallata e le abitazioni.
Altre mura, ancora più maestose, con un arco gigantesco senza porte, protetto soltanto da due guardie, circondano un immenso parco di sorprendente vegetazione e bellezza; la strada costeggiata da fiori d’ogni tipo, con alti pioppi e roveri, conduce diligente e solenne al Palazzo Reale.
In quell’alba serena, all’inizio del XIII secolo, la città di Vienna si offre con una tranquillità inusuale allo sguardo dei viandanti e degli stessi operosi cittadini, come una comunità o una festa che si prepara a scuotersi, ravvivarsi e accompagnarci nel risveglio e nel nostro cammino.
Qualcosa sta per accadere.
O nobile Venere, Dea dell’Amore, figlia del mare, assisti questo racconto nei suoi pericoli, e non abbandonarmi se mi mancano le parole, perché mille e mille non basteranno per scrivere della dolcezza e il pianto di Paris e Vienna e del loro amore, affinché possa raccontare la loro storia con semplicità e onore.
In quest’epoca, in cui il giovane Luigi IX si appresta a sedersi sul potente trono di Francia, per essere in breve amato e stimato dal suo popolo come persona santa e valorosa, un suo parente governa da tempo, con pazienza e saggezza, la città di Vienna, bella e ricca senza uguali.
Goffredo è il nome di questo reale. Dotato di virtù e sapienza, benevolo, gioviale con tutti, è un uomo amabile e saggio. Dice la gente che non ci sia in Francia un Principe migliore.
Essendo un uomo esperto, buono e giusto, è spesso convocato dal Re a Parigi e senza il suo parere quasi nulla fa la Corona.
Re Goffredo ha una giovine moglie, molto amata, unica figlia del Conte di Fiandra, attraente, gentile, di ottima educazione e sani costumi. La sua grazia elegante desta meraviglia in tutti, il suo viso è sempre illuminato di gioia, ed è un vero piacere guardarla. Tra le donne più belle del suo regno, lei ha grande pregio e vanto. Il suo nome è Diana.
(Continua – dal romanzo “Paris e Vienna”)
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