Descrizione
La “Bandella” di Fausto Lazzari
Questa è una favola per tutti, per i fanciulli più piccini, che non sanno ancora leggere ma hanno un papà e una mamma consapevoli del valore della cultura, per gli adolescenti desiderosi di scoprire i meandri dell’immaginazione, per gli adulti disposti alle riflessioni etiche. Certo, con livelli di lettura diversificati, ma tutti ben adattati, grazie ad uno stile e ad un linguaggio lineari ed efficaci. Questa è una favola che, nella sua giusta brevità, è ricchissima di avvenimenti che regalano sensazioni continue in un’alternanza di buio e di luce emozionanti. Il buio è rappresentato in modo particolare dalle paure di Anin, la bambina protagonista, nei suoi straordinari incontri con l’altro, con la diversità, con ciò che non conosce. La luce, invece, emerge sempre come un sole all’alba nel cuore della innocente fanciulla, in grado di elaborare la paura e di leggere l’altrui e l’altrove, come elementi di una condivisione pacifica e serena. Nella tipicità delle favole, gli episodi pensati ed elaborati da Lillo Sciortino nascondono una sequenza di simbologie non indifferente, La principale consiste nel fatto che ogni uomo non può essere considerato schiavo di nessuno e che “qua nessuno possiede nessun altro essere vivente, – come scrive Sciortino nel Capitolo 6, aggiungendo che: – ogni uomo o animale ha la sua vita ed è padrone di sé stesso, non esistono altri padroni e guai se non fosse così altrimenti potremmo correre il rischio di far diventare schiavi tutti quelli che pensiamo di possedere”.
Nel testo non mancano gli archetipi della mitologia favolistica, dall’incanto delle tenebre del bosco al fascino del castello, dal drago alle strane creature quali i “bengi”, insieme a tutta una schiera di esseri animati che nascono da un bestiario immaginario. Spesso, è l’immagine della cattiveria a palesarsi, è una brutta sensazione provata ogni volta dalla protagonista nei suoi incontri; sensazione che genera paura, quella paura che in ognuno di noi può assumere valori devastanti, in grado di superare la realtà, quella realtà che in un confronto diretto tra sé stessi e l’altro spesso riconduce sui sentieri della condivisione e della solidarietà. In ogni caso e sempre, questa cupa emozione iniziale con la conoscenza, si trasforma in generosità, in altruismo, in gioia. E questo è un prezioso insegnamento che la favola di Sciortino regala.
Un ulteriore cardine su cui ruotano le vicende di Anin è legato al colore della pelle; è la possibilità di cambiare il nero con il bianco e il bianco col nero che offre spunti di riflessione sui residui ma purtroppo reali residui di razzismo, nell’ottica ignorante per cui bianco è sempre meglio di nero; in più di un episodio la pelle scura provoca nell’opinione comune della gente motivi di disgusto e malcelato odio.
La favola, poi, non si chiude con il classico lieto fine, ma ci propone un finale aperto, sospeso ma non interrotto, come ad attendere nuove, future avventure di Anin.
Sciortino Calogero, meglio conosciuto come Lillo, nasce nel 1958 a Genk Belgio dove vive per circa sei anni. Torna con la famiglia in Sicilia dove compie i suoi studi fino alla laurea in farmacia, lavora come farmacista collaboratore per parecchio tempo ma negli ultimi anni ha scelto di dedicarsi alla carriera di maestro di scuola primaria. Da una decina d’anni ha iniziato la sua attività di scrittura privilegiando prevalentemente i componimenti in versi ma non tralasciando del tutto la prosa. Le sue produzioni sono alquanto varie, spazia infatti dalle poesie, alle filastrocche ai monologhi, ministorie e racconti. I contenuti trattati e i temi affrontati sono di diversa natura, passa dagli scritti sociali e politici, a racconti di fantasia e poesie di amore. Ha già pubblicato due raccolte di poesie “Versi diversi” e “Sensazioni”.
Fausto Lazzari: regista, scrittore e giornalista, ex docente di Letteratura italiana nei Licei; collabora con Enti pubblici in qualità di organizzatore e operatore teatrale, anche nell’ambito delle politiche relative al disagio e alle dipendenze. È ideatore e direttore artistico di rassegne e festival teatrali; attualmente è promotore e presidente dell’associazione di teatro solidale Rosso di Scena.