Descrizione
“LA BANDELLA” DI FABIO MARTINI
Non mi intendo di pittura, devo ammetterlo. Mi intendo di libri, di narratori e di poeti; a volte delle loro poesie e dei loro racconti o romanzi, ma di pittura non mi intendo. Ma se la pittura fosse – come dovrebbe essere – dare un’emozione – positiva o negativa che sia – allora potrei anche dire: questo dipinto mi piace e quest’altro non mi piace, in quanto non posso pensare che un quadro per dare emozioni, per trasmettere, debba passare attraverso critici che ne decidono la qualità in base alla tecnica, alla posa, al tempo, alla dimensione e non so che altro, dove, alla fine, il fruitore – che pure è cliente – compra in base, non al piacere di averlo appeso in casa o nella propria pinacoteca, ma al valore di cui è stato insignito indiscutibilmente dalla corte. Non posso saperlo, ma avrei deciso di comportarmi così: come dico questa poesia mi piace e questa non tanto, per proprietà transitiva delle cose dirò anche di un dipinto questo mi piace, non mi piace… e poste queste premesse, questo mi fa star meglio e a questo punto lo posso dire senza remore: la pittura di Stefano Di Lorito mi piace. È una pittura, che se guardo nell’insieme, vi riscontro un percorso. Una tecnica iniziale, poi intermedia, ed oggi matura; dove il colore si fonde con le geometrie, come case arroccate sul crinale e poi il simbolo, la chiave di volta per riconoscere il tema, senza andarlo a cercare nel titolo. Tutto questo non è critica, ma osservazione, è intuizione, piacere visivo, positività di messaggio, anima e corpo dell’autore, in una parola: empatia. Vorrei aggiungere che conosco personalmente il nostro, col quale giornalmente colloquio per supporti materiali e morali, per grafiche, impaginazioni, consigli, discorsi e un piacevole e quotidiano scambio di opinioni. Lo conosco bene: conosco il suo pensiero, le sue idee, le sue opinioni su avvenimenti odierni e passati. Piacevolmente aggiornato sempre, si intende di storia, per sua capacità culturale, storica, filosofica, mnemonica, elaborate e consequenziali, con capacità di tesi; e non è cosa da poco nei giorni attuali. Completamente avulso da interessi di palazzo, si esprime in piena sincerità. Sarà che facciamo parte della stessa generazione – una generazione piuttosto ostica al pensiero unico – e sarà anche che veniamo dalla stessa città: Genova, la Superba… siamo bandiera genovese noi, laddove non v’è dubbio alcuno sulla genuinità del pane al pane e vino al vino. Conosco Di Lorito anche come scrittore e poeta; preciso, sarcastico, sempre con quella stessa di cui sopra, ironia tipica propria dei genovesi, un po’ malignotta, un po’ provocatoria e sarcastica, che picchia il martello della sagacia sul chiodo del reale. Osservando la sua pittura, ho visto tratti comuni tra le due arti: visiva e scritta; ed il carattere, dove il tutto si incontra, si sovrappone e si distanzia; linguaggi differenti, per esprimere pensieri ed emozioni, dubbi e convinzioni, che si confrontano sul terreno comune della coscienza, del vivere quotidiano, del non solo pane. Complimenti quindi al nostro Stefano Di Lorito e complimenti alle sue opere ed all’arte che da dietro le quinte, senza cercare il clamore della ribalta, ha sempre espresso con la dignità, caparbietà e costanza, di chi ha saputo e sa vivere, senza paura. Ancora un contributo alla collana “Monografie” de L’Inedito Letterario, a ringraziare quegli artisti che fianco a fianco, si materializzano a far diventare l’Associazione Culturale L’Inedito, ogni giorno più importante. Viva L’Inedito e viva il nostro lavoro quotidiano.
Fabio Martini