Descrizione
Introduzione di Marzia Badaloni
L’Inedito propone un autore esordiente in un’opera tutta sua. Parliamo di un veterano delle antologie della nostra Casa Editrice, Marco Belli, una vecchia conoscenza letteraria che si cimenta per la prima volta in solitaria. Un libro di racconti quindi, che raccoglie buona parte di opere già presentate nelle antologie collettive, ma rivedute e corrette, come vuole la tradizione dei nuovi in procinto di gettare la maschera. Ora vediamo di cosa si tratta. L’autore, indubbiamente, ci costringe a rivedere le nostre opinioni sulle raccolte di racconti, sperimentando dal semplice esercizio di stile a nuovi generi narrativi. E diciamo sperimenta, perché il racconto è la prima forma di comunicazione e man mano che le pagine si vanno a sommare, si è trasportati in un mondo, dove fantasia e realtà, si legano indissolubilmente. L’autore, per tutta l’opera – in una scrittura meno accademica che mai – evoca immagini, odori, pensieri, parole, che stimolano i sensi, riuscendo nell’arduo compito di tenere alta la sospensione tra incredulità e meraviglia, come ne “Le rughe dei pappagalli”: – Soprattutto il mio viso, croce e delizia della mia esistenza. Perché, se mi accorgo che intorno a me c’è un oggetto che ha il potere di riflettere, io cerco me stessa proprio lì. In esso mi rimiro. Mi giudico ahimè. Questa è la mia croce – Il mito di Narciso quindi, rivisitato, alla ricerca dell’eterna giovinezza. Un viaggio che condurrà in quella gioventù che diviene tortura in quello di voler “rappresentare” l’essere donna. Oppure nel racconto “Io, manichino”: – Che bello! che bello! Mi vedranno. Finalmente l’inaugurazione. Finalmente entrano. Mi chiamo Ciclamina e sono un manichino – Altrettanto l’amore – dolce veleno per l’anima – ne “L’amore riflesso”: – Avvertivo un suo vago tremore, un disperato tentativo di resistenza, che naufragò al manifestarsi irruento e improvvisamente sfacciato, della mia passione, che si era nascosta, censurata, camuffata per troppo tempo, in nome delle apparenze. E fu inevitabilmente un’esplosione, ricambiata, di entusiasmo, di gioia, di vitalità – La fantasia dell’autore ci conduce in quel suo percorso mentale, per stimolare l’immaginazione e far ragionare sulla dinamica della vicenda e quello che colpisce di questa dinamica è la necessità di rappresentare l’imprevisto – e ovviamente, il previsto – il quale genera un patto tra egli stesso e il lettore, che diviene coautore della storia che legge non perdendo mai di vista la regola: che se è vero che tutto è possibile, tutto deve essere, ed aver ragione di esistere. Sarà proprio questa regola che l’autore non perde mai di vista nei suoi racconti, offrendo al lettore l’insolito piacere di proseguire la lettura in tutti i suoi diversi e originali viaggi. Noi, a nostra volta, siamo stati un trait d’union e l’abbiamo fatto, crediamo, al meglio; ora, buona lettura a tutti voi.
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