Descrizione
La poesia di Dario Menicucci è permeata dai suoi amori profondi. Come spesso accade ai poeti di nuova generazione, i legami alle forme empatiche della quotidianità sono l’indissolubile nel quale ritrovare le giuste alchimie alle quotidiane, altrettanto, ingiustizie. L’amore per la sua città, Livorno, per quel vento e mare quasi un ritorno alle origini per una natura che bilancia i ricordi: pace per i presenti e rasserenamento verso i futuri. Un poeta che usa semplici parole per esprimere il profondo personale, preposto all’intima speranza. Nella poesia del nostro prevale sempre la speranza che a tutto vi sia, in qualche modo, un chiaro di luce in fondo, dove l’emozione vinca sempre. “Sarò acrobata di un viale senza ombre dove la mia sera dolcemente ritroverà la tua”. E poi il mancato, il non avvenuto, ciò che sarebbe dovuto e non è stato. Un rammarico quasi solenne dove la natura sempre ne è artefice e risolutrice.
La poesia di Dario è molto personale e approccia nel personale di tutti noi che lo leggiamo. Ecco, un equilibrista sul serio. Uno che scrive a cavallo del bene e male, del trascendente e dell’immanente. Un po’ come spesso accade tra i poeti contemporanei, e non solo, si strugge e si rasserena in una folata che lo aiuta in quell’equilibrio intimo di cui, tutti, abbiamo bisogno ogni immancabile giorno di nostra vita. Amore e morte, ombra e luce, bianco e nero, yn e yang, l’avvenuto e lo sgretolato, il lontano e il vicino. “Scendi pioggia e cadi per sempre, porta via lo sporco da questa terra malata.”
Una raccolta che è un regalo per noi che leggiamo e per i poeti la liberazione alla volontà di tutti noi di trovare una rilettura, una decodificazione, uno stratagemma, al quotidiano incespicare. Buona lettura a tutti voi. Fabio Martini
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