Descrizione
“La Bandella” di Fabio Martini
Le formule poetiche sono molte, specie in questi nuovi tempi, dove la poesia divenuta narrativa si aggrappa alla prosa e ne trattiene l’essenza semantica. Piccoli pensieri, valore nelle parole, con una sorta di altalena romantica e cadenze da canzone, divenendo brevissima: prosa in versi.
Ovvio che dove non vi sono più metriche e ostacoli, orpelli di rime, vincono le assonanze, le dissonanze, i voli pindarici, i giochi di parole.
Nulla a che fare con la poesia dicono i puristi che neppure si avvicinano a leggere cose di siffatta specie, eppure… Eppure in tempi come questi, dove la poesia diventa terapeutica – chissà che lo sia sempre stata – antitesi di questi tempi duri a cui molti diversamente non saprebbero affrontare. La poesia, anche di questo genere, diventa importante, se non fondamentale, per la salvezza dell’io del poeta.
Quasi come fossero futuristiche rivisitazioni, nascono dal nulla, maiuscole improponibili diversamente, parole pompose, spreco di superlativi, amore per i figli, nipoti e per le prossime sette generazioni e similpreghiere, padreterni nominati oltremodo, paure ataviche, quelle più semplici da dominare eppure… Eppure questi sono alcuni dei poeti d’oggi. Nulla di male per carità. L’inedito stesso li cura con galanteria intellettuale, li rispetta, decidendo salomonicamente che anche quelli con un evidente eccessivo taglio naif meritino il migliore dei trattamenti. A volte ci spiazzano i nostri poeti, a volte… e a volte, anche solo un verso stupendo varrà il biglietto.
Perché qui dentro, e non me ne vogliano i puristi di sopra – dei quali abbiamo l’identica attenzione – qui dentro, a volte, vi è molta più poesia a volte quasi introvabile, in molte metriche ricercate e senza dubbio alcuno ineccepibili. Ma qui il cuore è cuore… e d’altronde oggi il poeta è questo. Cercate tra i versi quindi, e vedrete che la ragione vi porterà da noi… buona lettura a tutti.
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