Descrizione
Introduzione dell’autore
Quanto è “utile” la poesia? Non lo è. La poesia è inutile in questo sistema annichilente. “Produci, consuma, crepa”, si urlava nelle piazze negli anni ‘70. E passiamo la nostra vita a produrre, consumare e infine crepiamo inesorabilmente. Durante questa abominevole quotidianità, dei lampi di bellezza, di umanità, di speranza nella bontà dell’esistere. Un occhio diverso dal nostro, dal sentire comune, dal soffocante qualunquismo. È lo sguardo del poeta. Il poeta inutile, il poeta fine a sé stesso, il poeta testardo che non si arrende, che nonostante tutto ha la volontà insopprimibile di liberare la propria anima in versi. Ecco la poesia, ecco una cosa che “non serve a nulla” ma così indispensabile per resistere, sempre. “Ti insegneranno a non splendere. E tu splendi, invece.” (Pier Paolo Pasolini). Insieme al vento, aggiungo io…
“La Bandella” dell’editore
Non dovrei entrare in cose che esulano dal mio ruolo editoriale. Come dovrei sempre stare lontano dalla politica. Ma il fatto è che Marco Barricata, pseudonimo di ben altro cognome, seppur il nome sia identico, ebbene, Marco, da quando l’ho incontrato, è un po’ come se avesse risvegliato in me (come uno scrollone intendo) il mio passato “impegnato”. Non che oggi non lo sia; una associazione culturale, una casa editrice, sono un impegno, non solo quotidiano, ma anche umano, e politico se vogliamo, magari non proprio nella accezione della parola, ma almeno, in senso ampio; e in questo scrollone, ha risvegliato sin tutti gli anni universitari. Un quarto della vita che non è poco – dove il mio raziocinante era sotto la coltre marxista e quando intendo marxista, non lo intendo soltanto in chiave politica, ma, e specialmente, in chiave marxiana. Essere un pragmatico, guardare gli avvenimenti dal lato esterno, tutt’oggi mi aiuta ad avere uno sgancio emotivo e leggere, con distacco e nel distacco emotivo, è un leggere ben più esplicito. Ma esiste anche una parte emotiva, quando si leggono le espressioni poetiche di chi la vede dal tuo stesso punto di vista e Marco, diventa così come mi aspettavo che fosse, e forse, anche un po’ come penso di pensare, pure io, di essere; anche se nel mio caso, non proprio sotto i cieli di Roma. Abbiamo a che fare con una raccolta di poesie, per la maggior parte in romanesco e per una minima parte in lingua italiana, che rappresentano l’occhio al dimenticato, al senzatetto, al negletto come sinonimo d’ingiustizia; come alle morti bianche, come ai tempi vissuti, questi, con rammarico, ma con tutto cuore, quello anche, e specie, di Roma: per Marco Barricata, la sua vita intera. Ma è giovane, non come me che ho appena cominciato la salita per ora non particolarmente ostica del terzo periodo della vita. Lui ne ha del tempo ancora, ma anche quell’esperienza ed empatia, adatta a trasformare il pensiero con pathos, in versi e poesia. Lo leggeremo ancora, che questo è solo un assaggio ne sono sicuro, come io, che sto diventando vecchio ma non ancora… E poi viva L’Inedito Letterario e i suoi 100 autori proprio adesso compiuti; dove per un puro caso del destino, il centesimo è proprio Marco. Buona lettura a tutti e buona poesia.