Descrizione
Editoriale di Stefano Di Lorito
L’Inedito Letterario, nella sua ricerca instancabile di nuovi autori, incappa sempre più spesso in penne di grande valore, le riconosce e le fa proprie, come si fa proprio un nuovo amico, o un nuovo amore, non con mire di possesso, ma con la gioia pura e semplice di un incontro magico, inaspettato e sorprendente.
Cosa dire di un poeta? Giovanni De Caro è un poeta di valore, e non perché scrive versi potenti e sottilissimi, parole aguzze e lisce, non perché padroneggia la composizione, la scelta attenta dei termini da usare. È un bravo poeta perché è una grande anima, consapevole di essere imprigionata in un piccolo corpo, fragile e fallace; prigioniero a sua volta di una società distopica.
Mi ricorda Winston Smith, di 1984, che vive schiavizzato dalla società, dall’organizzazione del mondo, aberrante e sterile, custodendo dentro di sé la scintilla dell’amore e della speranza. Quel “no, non è tutto perso”, che affiora e riecheggia nei suoi versi, nella sua vita, e che ci richiama tutti alla coscienza di esistere sapendo poco e ancor meno potendo.
Nella vita lavorativa De Caro è un impiegato a contatto con il pubblico, appartiene quindi a una delle categorie più vituperate di questo nostro tragicomico Paese, quella dei servizi al cliente. Ecco, la prossima volta che entrerete in un negozio, o in un ufficio, immaginate di avere di fronte questo poeta sconosciuto, che non si mostrerà a voi per ciò che è realmente; si dovrà comportare come “da protocollo”, secondo le sue funzioni obbligate e obbliganti, ma non sarà lui. Quello che avete davanti è un simulacro dell’uomo, una somma di funzioni e finzioni necessarie, per poter stare nel mondo materiale, freddo, spietato.
Ma l’uomo vero, il poeta, è altra cosa; la sua mente ardisce le domande irrisolte, pone questioni destabilizzanti, richiama la coscienza a dimensioni “altre”, a stati superiori. Il suo cuore non si arrende al grigiore del mondo, all’asprezza dei rapporti quotidiani; grida la necessità di amare, senza vergogna, senza pudore.
Buona lettura e viva l’Inedito!