Descrizione
La bandella, di Fabio Martini
Il secondo lavoro con la poetessa Francesca Belpane, dimostra che nell’Inedito Letterario si può, non solo emergere, ma anche essere confermati. Nonostante che all’interno dello statuto della nostra Associazione vi sia un chiaro riferimento al fatto che gli autori debbano essere inediti, come è evidente siamo ben lieti di confermare quelli che si dimostrano meritevoli di ulteriori change. In questo progetto abbiamo una ventina di poesie raccolte per quattro stagionalità affiancate da quattro foto di riferimento più che mai in bianco e nero, come prassi. La poetica è sempre colma, quella della Belpane; colma di significati reconditi, dove la poesia diventa catartica, suadente, positiva, onirica, distopica se necessario. La stesura sempre narrativa, lascia spazio al dondolare della parola, quasi una prosa in versi, ma pregna di intenzioni. Il soffermarsi sulle stagioni come cicli della vita. L’avere volontà di mettersi alla prova ogni volta senza lasciare nulla al caso, è una caratteristica della nostra poetessa. Tirare le fila del verso, dargli il pathos necessario e naturale alla poesia non facendola mai scadere in un continuo ripetersi, ma dimostrando invece dimestichezza d’argomento, ebbene la dice lunga. Noi come editrice siamo stati ben felici di questo return quanto mai puntuale a distanza di un anno dal precedente e primo lavoro. Questo è anche il ruolo dell’Inedito, quello di dare spazio a chi ha bisogno di spazio, in tutti i suoi luoghi. Oggi, a distanza di cinque anni cominciamo ad avere una scuderia piuttosto congrua di autori consolidati e che si può dire a tutti gli effetti siano autori autoctoni. Nati e cresciuti con noi. Patrimonio quasi culturale della nostra esperienza in itinere. Nulla da aggiungere sulla qualità, vista la premessa. I poeti del primo quinto del duemila sono caratteristici per le tematiche interiorizzate e per la stesura narrativa. Nessuna metrica, nessun tatticismo, solo puro pathos e cuore. Diversamente non sarebbe di questi tempi. Buona lettura a tutti. Viva l’Inedito Letterario