Descrizione
La poesia è un sogno. E molto spesso è un sogno che non si arrende. Perché la poesia riesce a riempire i vuoti che stanno nelle pieghe della carta, riempirne i bordi sino a colorarla di parole. Quella stessa carta che, ancora intonsa, esce dalle macchine che proprio la fanno quella carta. La costruiscono. Ed esce a rotoli. Giganti. E quello stesso foglio arrotolato, per opera del destino contiene già quei sogni dentro. Da sempre. Da quando lo fecero quel foglio. Da quando quella macchina macerante, pigiante e tagliente, che come un serpente sgomitola, sfogliò quella volta e poi avvolse quella grande bobina a modulo continuo.
E in quel grande rotolo, in quel grande foglio immenso, v’era già un’altra dimensione di fogli e foglietti rettangolari e piccoli e ognuno di quelli, alla fine, si prende perfino un numero di pagina dal numero uno a chissà dove, a piè di essa stessa, sino a definirlo per antonomasia: libro. Ottanta pagine, in questo caso.
Ebbene, in quel fantomatico rotolone gigante uscito da chissàquale fabbrica di carta, ebbene lì, già c’era questo libro di poesieche state sfogliando, perché, come ho detto, stava scritto da sempre – forse persino sulla stessa originaria corteccia di quell’albero poi tagliato –tra le mani di chi ama leggere, per il merito di chi ama scrivere…e in questo caso far poesia.
Ma il segreto ancor più segreto sta nel fatto che questo libro, stavagià scritto, senza ombra di dubbio, perfino nelle mani tanto laboriosedi quel contadino proprietario o no di quell’appezzamento dialberi da carta che portano da sempre, la stessa identica poesiadentro, magari quella stessa del contadino o quella del ventoche accarezza la chioma o quella del sole che scalda la natura, odella stessa natura, o del mondo che già la circonda con la suatrascendenza stessa, implicita e immanente.
E v’era già scritto il nome stesso del poeta su quell’albero e forse v’era scritto anche la stessa curva immensa dei sogni che vi sarebbero stati scritti dentro, di lato e fuori.
Il poeta sa! Sa che nulla potrà mai prendere il posto di quel verso, perché quel verso c’è sempre stato e nessuno potrà mai cambiarlo con un altro. Potrà semmai strapparlo, ma che seppur strappato, quel foglio, conterrà sempre quel verso, quella poesia, quel pensiero oltre tutta l’immaginazione stessa, perché quello
è – e sempre è stato e sempre sarà – il pensiero unico di chi l’hascritto o che lo scriverà. Ed anche perfino a bruciarlo. Quel foglioconterrà sempre quel pensiero, quel sogno, la curva di quel sogno. La curva immensa nonsolo di quello, ma di tutti i sogni, di tutti i poeti, di tutti i tempi,presenti, passati e futuri, sempre resteranno scritti negli stessi sogni unici e irripetibili di ognuno di noi quando scriviamo poesie e nel dna degli alberi e della natura visivae quantica, proprio per questa sua moltitudine di impossibilitàpossibili.
La curva immensa dei sogni sta quindi già scritta nella carta piegata per destino, al sogno dei poeti e di tutti i narratori senza un vero e proprio destino segnato, se non dal tempo stesso che inesorabilmente, eppure, vola via senza manco bussare mai, alla porta…
Fabio Martini
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