Descrizione
Introduzione dell’autrice
Parliamo dei poeti di questi anni difficili. Il partito più frequentato è quello dirimpetto, quello degli artigiani. Ed è in questo sindacato, non sempre frequentato a meraviglia, che va ad iscriversi la nostra poetessa. Che non pretende monumenti e neanche le carte false del criticismo più scalognato. Se c’è qualcosa che pretende semmai dopo l’aver fatto chiudere la quarta di copertina è il rispetto.
Rispetto per chi ama spiegare il proprio mondo ed ha scelto la strada più malridotta, la carraia che ormai in pochi battono e chi batte lo fa per soldi, sia detto; il sentiero dove molti accostano, scendono, pisciano e ripartono: la poesia e nient’altro.
Di questi tempi spilorci, la poesia è finita all’asta, venduta a colpi di martelletto ai più disposti. Il cadavere è stato spolpato dagli avvoltoi in un battito di ciglia: un braccio agli editori, uno ai giornalisti, uno a presunti scrittori da passare in televisione, un’altro a quel figlio di buonadonna di cantante. Fronzoli di poesia appaiono così in paioli con cui spesso non hanno a che spartire e se cantastorie o trovatori passano per poeti ansimanti non è colpa loro, la colpa è del poeta vero, che per la maggior parte è andato in prescrizione.
Se c’è un capo imputabile alla poesia è di essere rimasta a guardare mentre il mondo sotto la sua agrippina accelerava come una furia, come un cinghiale ferito alla coscia. Per natura indolenzita, adatta alle lungaggini e a chi può permettersi due o tre ore di svago intellettuale prima o dopo i pasti, la poesia è così finita in chiacchiere, senza mai scendere a patti con chi scappava a briglia sciolta.
Nuove tecniche di fibrillazione sentimentale si sostituivano a quella specie di rospo in gola, al gladio rugginoso succedevano arti meno nobili ma senz’altro più schiette, dirette e senza troppe contorsioni.
Gli infatuati della parola, pur di continuare a sentirne il gusto, hanno difeso col sangue agli occhi il loro giocattolo dicendolo superiore a qualsiasi intrusione, ad ogni altra espressione dell’animo, perché a sua volta animo, passione, cattiveria e giudizio, in altre parole si chiamano emozione.
Così facendo questi signori, queste sagome incartapecorite adatte a difendere la muffa delle loro cattedre piuttosto che la poesia in essa, hanno fatto sì che la poesia e la sua sempre più sparuta corte dei miracoli, finisse sull’Aventino. Ecco l’errore fatale. Quindi ecco una buona lettura.
Prefazione Chiara Zappoli
Sono profondamente onorata a Miryam per avermi chiesto di scrivere la prefazione al questo suo libro, un percorso per arrivare a toccare la propria essenza.
Ogni viaggio inizia da una spinta interiore, un’intenzione per raggiungere una metà sia essa materiale o immateriale.
La nostra vita rappresenta il modello più alto di questo significato.
Un cammino in cui il viaggio stesso e la compagnia che troviamo lungo il percorso diventano gli aspetti fondamentali.
Un cerchio dove l’arrivo corrisponde alla partenza, ma con una presenza interiore nuova e rinnovata.
Miryam ci accompagna in questo viaggio, in questo specchio dove possiamo rifletterci e osservare ciò che accade nel nostro intimo.
Le parole diventano strumenti musicali che toccano corde del nostro cuore per trovare insieme un accordo nuovo più armonico e potente.
Il vero viaggiatore impara a orientarsi attraverso la sua bussola interiore, riconosce il suo potere, sa che può plasmare la materia è sopratutto sa creare e ricreare incessantemente.
Le parole che leggerai ti permetteranno di attraversare varie terre… alcune luminose altre meno, dandoti la possibilità di rendere questo tuo viaggio magico … alchemico …
Apri la porta, gira le pagine alza il tuo sguardo, respira profondamente, entra nella tua essenza… scopri come il tuo orizzonte sia già qui in questo momento.
La vita è meravigliosa
Grazie Miryam per regalare frammenti di Luce e Magia
Grazie Anima speciale.
Chiara Zappoli: Direttore dell’Accademia Internazionale delle Discipline Olistiche – Chihararmonia. Counsellor psicosintetico. Ricercatrice sulla memoria delle cellule.
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