Descrizione
Editoriale di Fabio Martini
Qui abbiamo una silloge d’amore senza se e senza ma. Il senso dell’amore stesso; lo dice il termine aulico e un poco desueto, titolo dell’opera stessa.
Un giovane virgulto il nostro poeta – giovane che di più non si può – che regala al lettore punte di lirica in un condensato di cuore e riflessione che l’amore regala solo a quell’età.
Una silloge di un giovane poeta per giovani lettori. Ma ci adeguiamo volentieri anche noi un po’ più grandi, e subito ci attacchiamo senza dubbio alcuno, all’autobus di questi amori grandi, almeno per la fermata concessaci in questo lasco di pagine, e prendere atto, che se c’è un modo per far capitolare una donna, questo è la poesia. Ma quasi si sa, anche se dipende dalla donna – a volte no – ma il poeta ha una donna speciale, che anche se non c’è, lui la vede lì come una rigenerata Beatrice e ne è redamato, non tanto da lei magari, ma da quell’amore di cui lui è innamorato e quasi, con grazia alcuna, se ne compiace; e non è cosa da poco.
Evidentemente la sua età, la sua emotività, tendono troppo dalla parte del Re di Cuori per farlo stare tranquillo a discutere di altri passatempi. La poesia d’altronde andrebbe bene bisbigliata all’orecchio della dolce metà, chiusi tra le coperte e con nulla attorno se non il desiderio è l’unica maniera di leggerla, ed è in questo modo che rivela il suo lato migliore.
Ogni poesia, una dietro l’altra, appare come una riflessione in versi, a finali quanto mai aggraziati dalla eterna speranza che tutto torni; sembrerebbe questo, in generale, l’auspicio del poeta. Che l’amore trionfi come una giustizia divina posta sulla soglia ad osannare quel redamare tanto auspicato.
E quel senso di protezione, quel momento dove i silenzi s’inciampano, quello è il momento giusto che ogni uomo di buon senso si augura a radura raggiunta. Poi c’è L’Inedito, che come sempre fa centro, ma questa è un’altra storia. Bravissimo il nostro giovane poeta.