Descrizione
Prefazione di Fabio Martini
“Come in una voliera”, forse era il titolo più adatto a questa silloge, anche se l’autrice ha preferito le strade nebbiose, per questa opera che senza ombra di dubbio è di ragguardevole qualità.
Parlavo della voliera proprio per quella caratteristica che abbiamo noi mortali, quelli che di fatto mai sanno cosa accade realmente intorno, si ritrovano gioco forza nella vita, nella propria e con l’intento nel miglior modo, di viverla e soltanto di tanto in tanto, distratti da chissà cosa, guardano un po’ più in là, oltre la punta del naso e scoprono di essere facenti parte, con regole e ligi parti da percorrere, in compagnia, seppur restii a farlo spontaneamente. Insomma alla fine come in una voliera si vive tutta la vita circondati da sbarre più o meno opprimenti.
In questo caso, al contrario, ci ritroviamo qui, con la brava poetessa torinese Antonella Orlandini, non a caso in un’altra dimensione, ma simile: quella della nebbia. La stessa identica che quando è fitta, non ci fa anch’essa vedere più in là del nostro naso. Questa vita così bella e così difficile, specie in questa epoca importante ed a volte dura e mesta e tribolata, siamo obbligati, spesso artefici e a volte neppure tali.
La nostra poetessa, invece riesce a mostrare sempre, nel lato diseguale della sua poesia, quell’anfratto, quel luogo poetico, quello che pochi riescono a scorgere. Ritroviamo particolari momenti, particolari immagini, sottotono a volte, impellenti o immaginifiche spesso, eppure normali, nel loro essere poste in poesia, asimmetriche, ma colme di allegorie, similitudini e intrecci.
Penso che abbiamo di fronte una poetessa spontanea e colma di esperienza e sobria ed essenziale. E non è cosa da poco con i tempi letterari che corrono.
L’inedito Letterario ha scovato nei meandri della rete un altro autore che meritava uno spazio proprio. Ancora una volta abbiamo compiuto il compito che ci eravamo prefissi fin dall’inizio. Buona poesia a tutti.
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