Descrizione
EDITORIALE DI FABIO MARTINI
Questo è un mattino di gemme ai rami. Per L’Inedito un’ennesima boccata d’ossigeno. Pensieri liberi. Aria pura in un quotidiano pesante, tossico e malato.
Siamo fortunati, abbiamo ragazzi poeti, scrittori. Siamo buoni maestri di sogni ancora da sognare. Penso che mai, come in questo momento, il nostro progetto di movimento di scrittura spontanea, stia esprimendo il proprio meglio.
Come un maturo giovane Dylan, ascoltato in una mia disassata gioventù, inebriò un mattino di maggio, oggi L’Inedito, come ad una finestra aperta, si rivede alla scogliera, rivolto a quel Mediterraneo della nostra adolescenza.
I nostri poeti, i nostri scrittori, le nostre giovani penne, con un patrimonio di umanità che noi abbiamo perso per strada, illuminano il futuro che il tempo a noi ha accorciato.
Giovanni Passaro, una voce fresca, così profondamente dolce. La sua poesia è rivolta al mondo che verrà e nello stesso tempo a un loop, che per forza di cose ritorna, speranza mai doma, sulla generazione dei giovani votati alla maturità che siamo noi.
Tutti lo siamo stati e tutti noi hanno riempito di bave d’inchiostro fiumi di fogli, lasciando solo margini vuoti, fieri di avere fatto quello che dovevamo. E poi, tutti noi, inesorabilmente, abbiamo convolto l’amore nostro del momento, e sempre, ne abbiamo ricavato un bacio. Perché è così che va la vita – quando è giovane – e parlo, pur io, da eterno ragazzo.
La nostra associazione avvicina poeti e narratori, futuri rami di alberi che produrranno solo semi di frutto e cuori all’infranto, pieni di parole da ascoltare nelle dure notti del pianto dei nostri corvi interiori.
Siamo un coacervo di voci nuove e fondatori di una rivoluzione che solo i giovani, come sempre, ne sono proseguo e padroni.
Abbiamo davanti una prateria culturale da percorrere in solitaria, in una Italia navigata esclusivamente da vecchi e cattivi maestri, pirati con la cravatta che si portano a letto ogni notte l’albero maestro, per non rischiare di ritrovarsi ammutinati l’indomani.
Viva L’Inedito Letterario e l’arte spontanea di chi non lo fa per mestiere, ma che ancor più, racconta di sé ad un prossimo muto e solingo, rendendo pariglia al giusto puzzle delle cose buone.