Descrizione
Introduzione di Fabio Martini
Tutto è iniziato qualche mese fa, quando incontrai, per interposta persona, la figura di Assunta Curto e di seguito, il nostro autore Andrea Marchetti. Parlammo subito di narrativa, di racconti, di poesie, visto che Andrea svaria, tra l’altro con indubbia dimestichezza, in vari rami della scrittura, seppur in chiave amatoriale. Oggi, dopo aver già pubblicato un racconto di Marchetti, nell’antologia collettiva di narrativa “Le stagioni del nostro scontento”, sempre delle Edizioni “L’inedito”, e ancora durante il vaglio di un certo numero di racconti, per un’intera raccolta tutta sua e di prossima uscita, mi viene proposto, al volo, la produzione di un testo teatrale di cui Andrea stesso ne è l’autore. Subito mi sono dimostrato disponibile. Di cosa si tratta? Presto detto: si tratta di un testo in chiave teatrale, elaborato dal nostro autore, in ruolo anche di attore e regista e con l’ausilio dei componenti della nuova compagnia teatrale di parallela formazione, riferito alla storia ed alla vita personale, musicale e strumentale, di Chet Baker. Il tema, per me che non sono addentro al mondo jazz, era perfettamente sconosciuto. Chet Baker? Mai sentito nominare. Quindi mi sono messo lì e ho cominciato a informarmi. Ed ho scoperto un personaggio straordinario. Non entro nei particolari, perché nonostante il mio giovane interessamento non sarei in grado di esprimere neppure due righe, che a questo ci pensa egregiamente già il nostro autore. Interessante per me, che non perdo mai la vena di editore, è stato vedere come una collana come Artedue, nata per alcuni pittori, ci desse l’opportunità di utilizzarne le pagine e diventare una collana a tutto tondo, con spazi dedicati, a volte, appunto, a pittori, ma potrà, a volte, dare luogo a finezze come questa… e chissà quali altre occasioni ci capiteranno ancora. E Artedue, con oggi, diviene una specie di spazio aperto. Un agorà artistico, felice quindi di aprirlo ad una occasione come questa. Buona lettura a tutti, viva tutta l’arte, e in questo caso: viva il miglior jazz.
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