Descrizione
Prefazione di Fabio Martini
Maria Pellino è una poetessa speciale, l’Inedito la conosce da tempo perché due anni fa uscì “La curva immensa dei sogni” di cui questo “La corte dell’universo” ne è di fatto la continuazione progettuale. Le poesie sono profondamente articolate, non tanto nella stesura, dove la semplice parola, molto spesso, assume maggiori significati della ricercata, ma nella profondità dell’argomento, della intenzione, in un letto di fiume poetico fluido e snello che rende la lettura molto gradevole.
Una poetessa che pian piano si è ritagliata uno spazio interessante sul palcoscenico della poesia contemporanea.
Ben lontana dalla scelta stilistica, ben più vicina alla libertà di verso armonico e sfuggente, spesso ritroviamo una melodia lontana, una altalena di parole soavi e lievi.
Le tematiche della Pellino sono sempre tematiche d’amore, ma nella sua forma più sociale, collettiva, dei sogni e delle incertezze quotidiane di tutti noi.
Se fosse una pittrice sarebbe un pittore realista senza dubbio, quel realismo poetico che tanto piace alle nuove leve dell’arte odierna. L’amore elevato a poesia, come scintilla dell’essere stesso del poeta, sottoforma di quello che il poeta stesso sente e contempla.
Una sintesi di un pensiero che riduce il ricordo a tatuaggio d’espressione e rende maestoso il linguaggio stesso. L’utilizzo stesso delle figure retoriche e i vari procedimenti stilistici, risultano alla fine frutto spontaneo della parola nella sua purezza ed ispirazione. Ciò che è innato nei tessuti del pensiero è interconnesso con lo status emotivo che vuole suscitare.
Non c’è altro da aggiungere credo, resta solo l’istante della lettura e il piacere della buona poesia. Buona lettura a tutti.
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