Descrizione
“La Bandella” di Fabio Martini
L’Inedito Letterario scova, ancora una volta nei meandri della Rete, una poetessa peculiare: Cristina Roncigli. Peculiare in quanto particolare e unica nel suo incedere poetico. Un viaggio intimo quello di Cristina. Un viaggio nell’intimo di una solitudine acquisita, quella di noi tutti, di fronte alle assenze più o meno forzate della vita. Dio o persone, nulla cambia e tutto cambia in un istante, minuto, ora o giorno, e poi giorni, e mesi, e anni. La vita di tutti è la vita del tutto. Nulla è diverso, se non tutto uguale verrebbe da dire, tu poeta non sei diverso dalla tua parte non poeta, perché il poeta, è il perfetto sprofondo della superficie del non poeta.
Nella poesia della Roncigli sta il senso del non potuto essere, perché l’improvviso e l’ineluttabile, lo hanno proibito; e non v’è domanda, ma accettazione e rinuncia al non esser più nell’eterno pensiero di cosa sarebbe potuto essere; in una domanda legittima, seppur per le poche anime che sanno porsela e che si riempie di ancestrale e di sovrannaturale, per necessità, al che morirne altrimenti. E poi il senso della scrittura poetica come escamotage naturale e terapeutico come aspetto spirituale della vita stessa, come il bisogno naturale di crescita personale e psicologica, sino all’estrema ratio dell’immanente: il trascendente spirituale.
Il senso terapeutico delle parole quindi, quelle che curano, come dice il titolo, dove anche il lutto, di qualunque genere esso sia, che elaborato, quindi, si aggiunge alle esperienze personali, alle fragilità nelle quali tutti noi in qualche modo e tempo ci dobbiamo prima o poi confrontare facendoci rivedere, le cose di noi, con noi, per noi, verso di noi e verso gli altri e verso il sociale, verso il filosofico per tornare a noi in un cerchio senza soluzione di continuità.
E poi Dio, che come forza superiore guida, con una parte dentro noi e dove la grande domanda al Mistero si raccoglie nella sensazione o realtà di Morte come parte intangibile con la quale fare i conti, di rimbalzo, ancor più per diretta forma inopinabile.
La poesia diventa veicolo, riflessione, e portatore sano di elaborazione psicosociologica dove il nostro privato come sempre si rivolge al sociale. Vecchia diatriba mai sopita.
Buona lettura a tutti e viva L’Inedito Letterario.