Descrizione
LA BANDELLA di Fabio Martini
Dubito che qualcuno di voi ci abbia mai sentiti nominare. Ciò nonostante tranquillizzatevi. Se è vero che la legge non ammette ignoranza noi invece l’ammettiamo benissimo. Se poi, giunti al termine di quello che vuole essere un libro di letture brevi e basta, o meglio un manuale di sopravvivenza per questi tempi, vi sembrerà di avere ancora a che fare con alcuni sedicenti sconosciuti, a quel punto tranquillizzatevi due volte. Vorrà dire che la colpa è nostra; che ahinoi, buttata al macero tutta questa carta, alla fine, non ci siamo spiegati bene.
Altrimenti, ed è quanto mi auguro con le dita incrociate, se vi sembrerà di aver conosciuto alcune persone in ogni loro recesso, sotto qualsiasi inquadratura vi garba, a quel punto vorrà dire che l’opera ha raggiunto il proposito per cui è stata sudata; così che, le tante mani che ci hanno lavorato nel corso dei mesi non si saranno incallite per niente.
Parlando di me, se anche soltanto un anno fa, mi avessero proposto di tentare un libro a tante mani con chicchessia, sarei scoppiato a ridere. Non è da me avrei pensato. Certo non sono un eremita che lancia aeroplanini di carta dal cucuzzolo della montagna, quando mai, ma lo stesso, non me ne sarei sentito capace. Il caso però la pensava diversamente.
L’incontro virtuale con alcuni scrittori frutto proprio del caso e delle loro mani operose, mi ha obbligato a rivedere quello che si è poi rivelato essere un pregiudizio. Il pregiudizio secondo cui non fidarsi degli altri è tanto di guadagnato.
L’eccezionalità di questa esperienza è stata nello scoprire persona squisite, alcuni così lontani dagli stereotipi dell’autori chiacchieroni e boriosi; persone con cui parlare di passioni vicendevoli che altrimenti, nella vita di tutti i giorni, finiscono per non aprire mai bocca; interlocutori capaci e soprattutto grandi ascoltatori, cosa purtroppo sempre più rara tra coloro che si vantano di scrivere qualcosa di decente.
Frequentandoli in rete e di riflesso leggendoli, ho finito per appassionarmi a tutti. Nessuno di loro è uno dei soliti campanacci, mi sono detto, ed oggi, che ci ho lavorato in un gomito a gomito ideale, essendo divisi da qualcosa come cinquecento o seicento chilometri, forse di più, posso dire di non aver sbagliato d’una virgola il giudizio.
Credo che la vastità, il crogiolo se vogliamo, dei temi trattati renda bene l’idea di quanti e quali percorsi ognuno di noi abbia intrapreso finendo stremati, per esserci trovati a parlar di molto.
Ci siamo divertiti a fare i buffoni, i maestri, i filosofi e gli ignoranti e senza mai prenderci troppo sul serio, neanche quando sconfinavamo in certi territori minati, senza badare troppo a dove poggiavamo i piedi. Ci siamo accapigliati per delle frivolezze e riso amaro per questioni delicate, come sanno fare soltanto gli amici. Ci siamo stancati, a volte ci siamo detti d’aver buttato il tempo per niente, che era meglio uscire ed andare al cinema; ci siamo guardati allo specchio, abbiamo rallentato il respiro e abbiamo detto sì, che tutto sommato qualcosa di buono stava venendo fuori.
Cosa accadrà al lettore paziente di arrivare fino ai titoli di coda? Non sta a noi dirlo: possiamo immaginarlo. Ma lo stesso rimettiamo ogni previsione.
Una cosa soltanto possiamo augurarci. Che chiunque legga quanto segue, sia per lui giusto o sbagliato, possa alla fine dirne qualcosa. Perché la sola cosa che ci lascerebbe sgomenti, dateci retta, sarebbe l’indifferenza.