Descrizione
PREFAZIONE
Questo libro è il frutto di un percorso speciale, nato dall’incontro tra giovani studenti e un poeta, un ragazzo che ho avuto il privilegio di avere come alunno e che a sua volta ha avuto il privilegio di vivere la propria adolescenza in una scuola che si è presa cura di lui. Rappresenta, quindi, molto più che un semplice progetto di scrittura creativa.
Un cammino di parole, immagini, emozioni e scoperte che ha coinvolto gli studenti del primo e secondo anno di liceo in un laboratorio di idee, quindi, non solo un’esperienza didattica, ma uno spazio libero e fertile, dove i ragazzi hanno potuto esprimersi e sperimentare e dove si sono avvicinati alla parola come atto creativo, forma di pensiero, modo per abitare il mondo e raccontarlo.
In un’età in cui tutto è nuovo e in trasformazione, i ragazzi hanno dato voce al loro mondo interiore, lasciando emergere pensieri, paure, sogni, intuizioni, sensazioni e frammenti di vita attraverso la scrittura di racconti e poesie.
La scrittura, in questo contesto, non è stata solo esercizio, ma incontro: con se stessi, con gli altri, con il potere evocativo del linguaggio. Ogni testo qui raccolto è un piccolo atto di coraggio: un’idea che prende forma, un’emozione che diventa parola, un’esperienza che trova il modo di raccontarsi.
Questo libro testimonia il grande patrimonio di creatività, profondità e sensibilità che posseggono le nuove generazioni, troppo spesso sottovalutate e inascoltate dagli adulti, ma è anche una dichiarazione d’amore per la scrittura, intesa come strumento di espressione, crescita e libertà.
Credo profondamente nei ragazzi, nella loro capacità di sorprendere, di creare bellezza, di essere originali e di mettersi alla prova con spontaneità e rigore; credo, inoltre, nei loro talenti, nella loro energia e nella loro capacità di costruire un futuro migliore, orientati da adulti “positivi”.
Per questo, nella mia attività di guida autorevole e attenta, cerco di coltivare la mente dei ragazzi costantemente, attraverso attività e progetti di lettura, scrittura, teatro, cinema, musica e grazie all’incontro con artisti, poeti, scrittori, registi, ricercatori, filosofi, storici, antropologi, psicologi, imprenditori ed esperti, sia dell’ambito scientifico e tecnologico che di quello umanistico. Promuovo l’innovazione, la partecipazione attiva con l’obiettivo di creare un ambiente scolastico stimolante, inclusivo e aperto. Dalla collaborazione con enti, fondazioni, università e associazioni del territorio, ai laboratori didattici, alle iniziative su cittadinanza attiva e digitale e sulla legalità, ogni proposta è pensata per aprire la mente, accendere la curiosità e fare scoprire nuove passioni.
Guidare una scuola non significa solo gestire, organizzare, coordinare, ma ispirare e connettere le nuove generazioni al mondo, attraverso un viaggio di crescita interiore, culturale, sociale, relazionale, un viaggio tra sogni, inclinazioni, saperi e realtà.
Non a caso il coinvolgimento di Cristian, un ragazzo che ha già compiuto il suo piccolo viaggio in questa scuola: il suo esempio, come quello di tanti alunni che trascino nelle attività progettuali della scuola, rende significative e concrete le mie azioni.
Ringrazio i docenti che accompagnano gli studenti con amore e professionalità e ringrazio gli scrittori e i poeti in erba per la bellezza che ci regalano. Con versi e parole parlano di sentimenti, belli e sofferenti, di emozioni, della vita nel complesso:
“Piccola paura, ti ascolto. Sei qui. Dentro e fuori; e sempre al mio fianco…”
“…Ma pian piano, nel fragore del vento e nel respiro delle onde, si fondono in un’armonia inaspettata. E in quel ritmo impetuoso e perfetto prende vita la melodia dell’esistenza”, riferendosi al respiro delle onde e alla tempesta improvvisa e disordinata dei pensieri e delle esperienze della vita che ci ricordano la scena bellissima de “Il postino” dove il grande poeta e l’umile e sensibile postino, accanto al mare, parlano di poesia e di metafora, creando quel parallelismo meraviglioso tra la poesia, il mare e le onde che, con il loro movimento, danno vita al movimento della vita e creano il ritmo dei versi del poeta. In realtà ho sempre creduto che, per sopportare gli orrori della vita sia necessario rendere “poetica” la vita e ridarle la bellezza usurpata.
Nel novembre del 2024 veniva pubblicata una lettera di Papa Francesco indirizzata proprio ai poeti, una riflessione sulla poesia che oggi vale la pena di citare. Rivolgendosi a loro si esprimeva così:
…voi siete occhi che guardano e che sognano;
…una persona che ha perso la capacità di sognare manca di poesia, e la vita senza poesia non funziona;
…con la parola della poesia, raccogliete gli inquieti desideri che abitano il cuore dell’uomo, perché non si raffreddino e non si spengano.
Professoressa Iolanda Giovidelli Dirigente scolastica del Liceo Quinto Orazio Flacco
LA BANDELLA, di Cristian Centomani
Scrivere significa costruire ponti. Quando ho iniziato a scrivere, avevo questo desiderio: creare connessioni tra le emozioni e la realtà, tra il silenzio e la voce, tra le generazioni che si succedono con sogni e paure simili, ma con linguaggi sempre nuovi.
Questo libro nasce da un’esigenza profonda: tornare nei corridoi del Liceo Q. O. Flacco, dove tutto è concretamente iniziato, e mettere la mia esperienza al servizio dei ragazzi, affinché la scrittura diventi uno strumento di condivisione, un mezzo per esprimersi, riconoscersi.
L’idea iniziale era ambiziosa, quasi utopica: creare una rete di giovani legati dalla parola scritta, restituendo alla scrittura il ruolo di veicolo di connessione e non solo di espressione individuale. Spesso si dice che la velocità della comunicazione digitale abbia soppiantato il bisogno di riflessione profonda. Ma ciò che emerge dalle pagine di questo libro dimostra il contrario. Davanti al mio bagaglio di aspettative, ho trovato ragazzi straordinari. Giovani che scelgono, istintivamente, di assaporare la scrittura nella sua essenza più autentica, fatta di carta, penna e parole.
Gli autori che hanno contribuito con le loro poesie e racconti non sono semplici narratori della loro esperienza: sono testimoni di un’epoca, interpreti di sentimenti universali. Hanno scritto di identità e crescita, di amore e perdita, di sogni e paure, con un coraggio raro. Non si sono sottratti alla realtà, non hanno abbassato lo sguardo di fronte alle ingiustizie del mondo. Hanno preso in mano la scrittura come fosse un’arma gentile, capace di denunciare, di unire, di far riflettere.
In queste pagine si respira il desiderio di raccontarsi con autenticità, di abbattere il muro della solitudine attraverso le parole, di trovare un senso comune nelle esperienze individuali. La scrittura diventa così un atto di resistenza contro l’indifferenza, un rifugio per chi si sente fuori posto, una celebrazione della bellezza e del dolore che fanno parte della vita. Questo libro è il frutto di una promessa: quella di credere nella scrittura come strumento di libertà. È la dimostrazione che la parola scritta, ancora oggi, può essere un faro per chi cerca la propria voce nel buio delle incertezze.
Grazie al Liceo Q. O. Flacco e all’Inedito per averci creduto. Questo è il risultato di un sogno che, pagina dopo pagina, ha preso forma e si è trasformato in realtà.
INTRODUZIONE ALL’OPERA: IL COLORE, LE OMBRE E LE SFUMATURE
Ogni tela prende vita attraverso i colori che la riempiono: il verde della natura, l’azzurro del cielo e del mare, il grigio delle città, il rosso della passione, il bianco della speranza. La giovinezza è un tempo in cui questi colori si mescolano creando un quadro in continua trasformazione. Il mondo ci circonda, ci plasma e ci sfida e con esso siamo chiamati a confrontarci. La bellezza e la potenza della natura, le contraddizioni della società moderna, il peso delle ingiustizie e la speranza per un futuro migliore: tutto questo si riflette nelle parole degli autori di questa opera.
La natura appare come un elemento vivo, a volte consolatorio, altre volte travolgente.
In Vita di Sara Minopoli, dove il mare diventa il palcoscenico della nostra esistenza, dove la quiete e la tempesta si alternano, come le sfide e le speranze che ci accompagnano nella vita. Un’armonia che nasce dal caos, un quadro dove le onde e il vento si fondono in una melodia imperfetta, proprio come la vita stessa.
In Paesaggio d’infanzia la poetessa racconta il legame con la terra e il cielo evoca un senso di protezione e nostalgia, come se la giovinezza cercasse di fermare il tempo, di ricreare un rifugio in un mondo che cambia. Ma se la natura ci accoglie, la società spesso ci impone regole e limiti.
In Chissà come sarebbe il mondo di Francesca Immacolata Marano, si esprime il desiderio di un mondo più libero, in cui le parole non siano catene e l’anima non sia prigioniera del giudizio.
Una visione di libertà che si intreccia con la ribellione, come in Filo Celato di Vittoria Lettieri, dove il destino sembra essere controllato da forze invisibili, e ogni passo appare guidato da un filo invisibile che ci impedisce di essere davvero liberi.
In Gemma Dimenticata di Maria Francesca Sole Ruberto, emerge una figura silenziosa, quella di Gemma Donati, moglie di Dante, la cui voce è rimasta inascoltata, simbolo di tutte le persone che la società ha relegato ai margini. La sua figura, dimenticata dal mondo, è un richiamo a tutte quelle storie non raccontate, che chiedono giustizia e riconoscimento. Tuttavia, ci sono anche voci che cercano di ridare colore a un mondo spento.
In Tonalità vibrante di Riccardo Russo, un personaggio porta luce e vivacità in un mondo grigio, trasformando l’ordinario in straordinario, come se la speranza potesse ridisegnare la realtà.
Un’eco di questa idea si trova in Il trifoglio di Francesca Immacolata Marano, dove un piccolo essere cerca di uscire dall’ombra e di credere in un futuro migliore, di essere visto e riconosciuto.
Anche Voce Inaudita di Francesca Immacolata Marano ci parla di una voce che cerca un posto nel mondo, ma che, purtroppo, rimane inascoltata, trascinata dal vento, invisibile, simbolo di chi cerca di esprimersi senza trovare un vero ascolto.
Inoltre Il Salto di Giovanna Galbiati è un racconto toccante che esplora il tema della insicurezza e della ricerca di auto-accettazione. La protagonista, Samira, vive in un costante stato di comparazione, sentendosi invisibile e mai abbastanza.
Attraverso il supporto di sua nonna; Samira impara ad affrontare le proprie paure e insicurezze, scoprendo che la vera vittoria non sta nel soddisfare le aspettative altrui, ma nell’accettarsi per quella che si è. Un viaggio emozionante che insegna il valore della fiducia in sé stessi e l’importanza di essere abbastanza, senza bisogno di perfezione.
Il colore ci ricorda che la tela della giovinezza non è solo personale, ma collettiva: ogni pennellata di pensiero, di denuncia e di sogno contribuisce a dare forma a un quadro più grande: quello della società in cui viviamo.
Temi che Noemi Formisano affronta nel suo racconto Aletheia. La giovinezza è un tempo di speranza, di cambiamento, di trasformazione. Il colore del mondo non è immutabile; esso può essere ridipinto con le nostre parole e azioni, con il nostro coraggio di sognare e di lottare per un futuro migliore.
Ma in ogni quadro ci sono anche ombre che danno profondità, segni del passato che lasciano traccia, spazi indefiniti dove il reale e l’irreale si incontrano.
La giovinezza è un viaggio in bilico tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere, tra il bisogno di ricordare e il desiderio di immaginare. Questo nucleo raccoglie storie sospese tra nostalgia e sogno, in cui la memoria si mescola alla fantasia e il confine tra realtà e ignoto si dissolve. La nostalgia è una ombra vivida in questi testi.
Polvere nel vento di Francesca Immacolata Marano descrive la paura della perdita, il timore di vedere dissolversi i ricordi più cari, lasciando dietro di sé solo un vuoto incolmabile.
Similmente, Il Cammino di Riccardo Russo racconta una scelta dolorosa, di percorsi intrecciati e separazioni inevitabili, in cui il destino sembra giocare con le vite delle persone. L’immaginazione diventa una via di fuga, un mondo alternativo in cui rifugiarsi.
In Immaginare, Maria Francesca Sole Ruberto invita il lettore a perdersi in mondi fiabeschi, a lasciarsi trasportare in luoghi dove la realtà si piega alla fantasia, ma con un retrogusto malinconico: la consapevolezza che ogni sogno, prima o poi, svanisce.
Questo senso di attesa e speranza attraversa anche E forse di Riccardo Russo, in cui il sogno e la realtà si confondono in un sentimento che persiste nonostante il tempo e la distanza. Il mistero e il fascino dell’ignoto trovano spazio in racconti in cui il destino sembra dettare le regole del gioco.
Inevitabile di Riccardo Russo esplora il concetto di incontri segnati da una forza più grande, dove il caso e la necessità si intrecciano in un ciclo di incontri e addii.
Questo tema riecheggia anche in Tra sogno e realtà, dove il protagonista si trova intrappolato in una dimensione in cui i confini tra il vissuto e l’immaginato si dissolvono completamente.
Alcune opere si addentrano nel lato più oscuro dell’esistenza.
Francesca Johanna Wittke racconta una storia inquietante, un viaggio nelle ombre della sofferenza e della manipolazione, dove l’identità viene spogliata fino a ridursi a un numero.
Un racconto simile emerge in La Famiglia Wilson, in cui la normalità apparente nasconde segreti inquietanti e una realtà ben più cupa di quanto sembri.
Questi racconti danno voce a mondi interiori ricchi di domande senza risposta, di frammenti di passato che ritornano e di desideri che sfidano la logica. Sono ombre che non oscurano, ma rivelano: il passato che si intreccia con il presente, il sogno che sfiora la realtà, il mistero che dona profondità all’esistenza. Le ombre non sono solo assenze di luce: sono ciò che ci permette di vedere con maggiore chiarezza.
Il concetto di sfumature non è mai casuale, ma rimanda all’idea di un’armonia complessa, una mescolanza di emozioni che, pur rimanendo nella loro individualità, si fondono in un insieme di sensazioni che non possono essere ridotte a un unico colore o stato d’animo.
Sono gli strati sottili e quasi impercettibili dell’animo umano, che passano inosservati ma che, in realtà, costituiscono la sostanza della nostra esistenza emotiva. L’ultimo tratto di una tela che, nella sua complessità e bellezza, raccoglie tutte le sfumature dell’animo giovane e inquieto.
Se ne “Il Primo Tratto” i primi segni di vita sulla tela, quei tratti iniziali che rappresentano la scoperta del sé, il desiderio di esprimere e di creare, e ancora i primi giochi di colore e di luce, ora arriviamo a un punto cruciale: quello in cui le emozioni più intime, le esperienze più forti, emergono come vere e proprie sfumature del cuore. Qui, il pennello non è più solo un mezzo, ma si fa specchio della realtà più profonda, quella che mescola il desiderio e il dolore, e la solitudine che solo il vortice dolce dell’amore può donare.
Le Sfumature di Cuore rappresentano il volto più vibrante e avvolgente della giovinezza, fatto di passione incontrollata e riflessioni dolorose. Le opere qui raccolte sono i tocchi finali di una tela che cresce e si trasforma, dove l’intensità dei sentimenti trova la sua espressione più autentica. Le emozioni non sono più astratte, ma tangibili, vive, e talvolta dolorose.
In Il Paradosso dell’Amore, il poeta ci presenta un amore che, pur presente e palpabile, sembra sempre sfuggire, come un abbraccio che non riesce mai a stringere realmente. È l’eco di un desiderio che non trova soddisfazione, una tensione che domina l’intero processo di crescita emotivo fino a divenire un canto lontano. Come una promessa che brucia senza consumarsi. È l’illusione che accompagna i sogni di chi ama, punto. Una solitudine esistenziale che definisce il cuore giovane e la sua lotta per comprendere sé stesso nell’altro. La poesia diventa così una riflessione sul silenzio dell’amore non corrisposto, sul fardello che rimane nel cuore, intrappolato in un ricordo che non si dissolve mai.
Al contempo, in Orbita d’Amore, l’autore esprime la bellezza di un legame che trascende la fisicità, dove l’amore diventa un’orbita intorno a un centro immutabile. È il desiderio di appartenere all’altro in modo totale, un’unione che si fa cosmica, ma che, proprio per la sua immensità, rischia di diventare inaccessibile. Il cuore, allora, sembra cercare una stabilità che solo nell’altro può trovare, pur sapendo che l’altro rimane sempre distante, come una stella che illumina ma non abbraccia.
Le poesie come Caduca Luce e La Dea, rivelano un altro aspetto delle sfumature del cuore della giovinezza: il confronto con l’ideale e con l’immagine dell’altro, che si fa inarrivabile, irraggiungibile.
In Caduca Luce, la poetessa medita sull’infinito delle stelle, sulla loro bellezza eterna ma distante, su come il piccolo essere umano non possa mai sperare di toccarle. Allo stesso modo, l’amore ideale che cerca di raggiungere rimane sempre al di là della portata, come una luce che brilla nell’oscurità ma che non può mai essere afferrata.
Le opere presenti in Sfumature di Cuore non solo raccontano dell’amore ideale, ma anche la testimonianza della lotta per dare forma a un sentimento che sfida le convenzioni e le aspettative.
Invita a riflettere sull’amore come esperienza totale così come in Un amore straziante. Una storia commovente che racconta l’amore eterno di un padre per la sua famiglia.
Attraverso il racconto delle sue esperienze con la moglie scomparsa, Francesco trasmette ai suoi figli un legame indissolubile, fatto di ricordi, affetto e promesse. Un racconto di speranza, amore e resilienza, che tocca il cuore e lascia un segno indelebile. Eppure, nonostante le ombre, la tela della giovinezza si arricchisce di dettagli, di emozioni contrastanti, di colori che si mescolano e che, nel loro gioco di luci e ombre, danno vita a una composizione unica e irripetibile. Il cuore giovanile, pur fragilissimo, è capace di una forza incredibile: quella di sognare, di amare, di soffrire, e, infine, di crescere, ma anche sulla sua imperfezione, sulla sua bellezza effimera e struggente.
Ogni opera, così, ci conduce alla consapevolezza che ogni emozione, ogni sentimento che ci attraversa, lascia un segno indelebile, come un’ombra che, pur nel suo sfumarsi, contribuisce a delineare i contorni di una vita vissuta intensamente. È il capitolo finale della Tela della Giovinezza, in cui la giovinezza non è solo età, ma anche uno stato d’animo eterno, capace di rinnovarsi continuamente, di cambiare e adattarsi alle nuove sfumature dell’esistenza.