Descrizione
AUTORI PRESENTI NELLA RACCOLTA PER TITOLO:
PROSPETTIVE – Modou Jallow, IL CHIERICHETTO – Atta Francois, KALASHNIKOV – Awarah Al Dawood, A TAVOLA – Alamin Rijan, LA GIUSTIZIA ITALIANA – Idrees Ahmed, LA SFILATA – Guene Abdoul Hakim, UN VIAGGIO MOLTO FORTE – Najet Romdhane, ISTRUZIONI PER L’USO – Endou Viviane, U FRUSTIERI – Ahmed e Mohamed Kharfia
PARZIALE DELL’INTRODUZIONE DI MICOL lIARDO
Ho sempre pensato che il mio fosse uno dei lavori più belli del mondo, uno di quei lavori che quando ti alzi la mattina non vedi l’ora di andare e che non ti fa venir voglia di tornare a casa perché senti solo di essere una spugna che assorbe tutto ciò che ha da intrappolare emotivamente finché può. Continuamente assetata di nuove culture, colori, profumi e tradizioni ho sempre guardato questo lavoro come uno scambio per il bene mio e per il bene collettivo perché vissuto come frutto di tanta ricchezza, infinita e illimitata. Poter insegnare la mia lingua ad altre persone che devono impararla per necessità non è di certo la stessa cosa di chi vuole impararla per piacere o perché verrà in vacanza in Italia a trascorrere qualche giorno ammirando le bellezze del nostro paese. No, è cosa ben diversa. Noi insegnanti di italiano a stranieri richiedenti asilo, donne, uomini, bambini, giovani e anziani abbiamo un gran bel lavoro da svolgere e che non è per nulla semplice. Ho sempre sostenuto che la nostra figura fosse una figura ponte all’interno dei progetti tra beneficiari ed equipe e che spesso può essere di grande aiuto per tutti, anzi la collocherei al confine tra l’una e l’altra parte quasi come un collante. In tutti questi anni ho imparato ad aspettare i tempi giusti, ad ascoltare, a riconoscere bisogni diversi dai miei, ad immergermi in paure che forse non vivrò mai, a catapultarmi in culture diverse dalla mia e tanto altro, perché sapete, durante le nostre lezioni di italiano, non si esercita solo la professione. Quando sei un insegnante devi essere anche in grado di gestire e seguire contemporaneamente studenti di diversa nazionalità, cultura, religione, genere, età e livello di apprendimento, vi assicuro che non è sempre semplice. La maggior parte di loro porta con sé una storia impregnata di violazione di diritti umani, il che non è cosa da poco. I nostri sono studenti che hanno vissuto la fame e/o violenze, che non hanno avuto la possibilità di istruirsi, di curarsi, di costruire una casa dove poter vivere perché hanno subito l’emergenza climatica, non hanno potuto professare la propria religione, non hanno potuto dichiarare liberamente la propria omosessualità, non hanno potuto sposare l’uomo o la donna che amavano, le bimbe non hanno potuto vivere l’infanzia perché sono state promesse spose e obbligate a essere Donne già a 10 anni. E poi, ci sono bambini che sono scappati per non essere arruolati e costretti a combattere con le armi in mano, ci sono studenti che hanno vissuto la guerra e il genocidio perché il mondo non riconosce la propria identità, il proprio stato e che non vuole che esistano. Sono pugni allo stomaco ogni giorno perché mi vergogno e mi sento impotente di fronte a tutto questo, ma sento, sentiamo, una responsabilità importante qui e a tutte queste persone qualcosa la dobbiamo. Parliamo di persone che mettono a rischio la propria vita e… Segue nel libro.